“Un gran fango”...
Il 20 febbraio 1924 il giornale valdostano
Le Duché d’Aoste
pubblicava una notizia che dipingeva uno spaccato poco rassicurante inerente le condizioni di alcune strade della città di Aosta; nel dettaglio ecco la cronaca...
De la boue!
Aoste bientôt va devenir la capitale de la boue. Il y en a dans la région du Plôt,(1)
le long du chemin de la circonvallation;(2)
Il y en a à ne plus s’en tirer les pieds, derrière les prisons,(3)
le long de l’avenue Père Laurent, du coté de la Gare.(4)
Nos édiles, les pieds au sec, font mine de ne pas s’en apercevoir, s’en remettant peut-être à M. le Vent chaud, notre Grand Voyer.(5)
Quelque part pourtant des demi-mesures ont été adoptées. Ainsi le long de l’avenue Père Laurent, sillonnée par le passage de tant de camions et de lourds attelages, du beau gravier a été déposé. Mais qu’attend on avant de le répandre? Faudra-t-il que les intéressés s’en mêlent eux-mêmes?
Il pezzo non risparmiava, dunque, nulla e nessuno fin dal titolo: “Fango!”
Le vie principali che circondavano l’intera città risultavano a quell’epoca sprofondare nella fanghiglia, condizioni che - secondo il giornalista - avrebbero fatto ironicamente meritare ad Aosta il titolo di “capitale del fango”.
La polemica non si fermava a quello e, quasi alla lettera, continuava così: “Cosa si dovrebbe fare per risolvere l’annoso problema? Forse sperare nell’azione naturale del vento caldo?”
Fortunatamente, la municipalità stava già provvedendo allo spargimento di ghiaia nelle zone più critiche...
Fu, però, solo a partire dagli anni Trenta che molte vie di Aosta cominciarono ad avere finalmente il loro pavage
oppure un completo rifacimento di quello già esistente.
Cesare Pavese (1908-1950) un giorno scrisse: Il mio paese sono quattro baracche e un gran fango, ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino. Siccome sono ambizioso, volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti: non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là.(6)
Condivido quel pensiero riportandolo alla “mia” Aosta.
Ch’io mi trovi sotto altri cieli, guardi differenti orizzonti o scruti colori di altre terre, ho sempre ben presente una sensazione simile: Ebbene, io vengo di là.
Paradossalmente, però, la stessa emozione la provo comunque tutti i giorni, quando cioè normalmente vivo Aosta, infilato tra i miei “quattro tetti”...
(1) Attuale piazza della Repubblica. (2) S’intendono, grosso modo, le attuali vie Garibaldi, Carrel, Carducci e Partigiani. (3) Via Rey. (4) Piazza Manzetti. (5) In Francia, durante l’Ancien Régime, il “Gran Viario” era un alto ufficiale che aveva la responsabilità della rete viaria. (6) Da Racconti, vol. II, “La Langa”. Il paese natio dello scrittore è Santo Stefano Belbo (Cuneo).
Foto di copertina: Il palazzo (in epoca fascista era "del governo") di fronte alla Stazione ferroviaria di Aosta.