La strada “fantasma” del col Ferret
Nel 1925 si voleva potenziare la rete viabile valdostana con una nuova strada carrozzabile che, attraverso il Col Ferret (2.537 m), fosse in grado di collegare Courmayeur con Orsières (Svizzera).
Un giornale locale, infatti, definiva quel percorso strategico, anzi: come une souveraine importance, non seulement pour la Vallée d’Aoste, mais pour toute l’Italie.(1)
Effettivamente, molti ritenevano che quel nuovo collegamento stradale avrebbe tolto Courmayeur dal rappresentare una sorta di cul de sac; infatti, è necessario rammentare che in quel momento mancavano ben 40 anni all’inaugurazione del Traforo del Monte Bianco, tunnel che ha permesso un contatto diretto con la Francia.
Quella nuova strada carrozzabile con la Svizzera sarebbe stata, dunque, ritenuta necessaria; utile ai commerci e, soprattutto, al turismo; non a caso quel percorso si sarebbe aperto soprattutto al “circuit touristique” du Roi des Alpes, ossia al tracciato escursionistico realizzato intorno al Monte Bianco (4809 m).(2)
L’unica obiezione che si poteva sollevare a quel progetto risiedeva nel costo. Spesa che, secondo alcuni rilievi, rimaneva comunque contenuta. Infatti, tenendo soprattutto conto che le pendenze della Val Ferret sont douces, non sarebbero state richieste che poche strutture di sostegno alla strada.
“Del resto” - aggiungeva ancora il giornale che si occupava della questione - “esiste già un progetto approntato da un professionista e datato 1905 il quale stimava in 350.000 lire la spesa dell’opera; Or la dépense actuelle ne serait que de 2 millions.
Certamente un impegno economico importante, ma non impossibile da sostenere - suggeriva il periodico - ritenendo altresì che sarebbero entrati fin da subito cospicui profitti nelle casse del Comune di Courmayeur, della Valle d’Aosta e dell’Italia stessa.
A detta delle cronache di allora, il progetto della route du Val Ferret
era già in fase di studio a Roma dalla quale, però, provenivano solo le solite promesse... e, di fatto, nulla si fece.
Erano quelli, comunque sia, gli anni in cui si aspettava il prolungamento della ferrovia da Aosta a Pré-Saint-Didier (1929-2015). Quest’ultima opera, strategique, avrebbe permesso - come si sosteneva in quegli anni di speranze e di attesa - un migliore sfruttamento delle miniere di carbone di La Thuile ed un maggiore afflusso di turisti; ragione per cui la route du Val Ferret
viendrait compléter l’oeuvre, en donnant du débouché au chemin de fer.
La carrozzabile, come evidente non fu mai realizzata.
Restò sola la ferrovia che, per quasi 90 anni, rispose dapprima alle esigenze minerarie e di viaggio e, più recentemente (e fino alla chiusura avvenuta nel 2015), al trasporto di lavoratori pendolari e di studenti.
Il col Ferret è restato, dunque, privo di un attraversamento carrozzabile.
Oggi, come un tempo, si sale ancora al colle solo tramite un sentiero; il panorama - lontano dal passaggio degli autoveicoli - è più o meno sempre lo stesso: suggestivo e coronato, tra gli altri, dal Mont-Dolent (3.820 m), dal contrafforte orientale delle Grandes-Jorasses, dal ghiacciaio di Pré-de-Bar e dalle mille pieghe e colori delle altre montagne valdostane...
(1) Le Pays d’Aoste, 18 dicembre 1925. (2) Il “Giro del Monte Bianco” è oggi un percorso escursionistico che si sviluppa ad anello intorno al massiccio del Tetto d’Europa. I 170 chilometri di lunghezza del tracciato attraversano la Valle d’Aosta (Italia), l’Alta Savoia e la Savoia (Francia) e il Vallese (Svizzera).
Immagine di copertina: Elso Montrosset, Val Ferret - Ghiacciaio di Freboudze, olio su tela (30x40 cm), 2006.