Alla ricerca della pietra delle immunità
Nel Medioevo ad Aosta esisteva una sorta di piccolo Vaticano valdostano,
(1) un quartiere ecclesiastico dotato del diritto di asilo, che si estendeva tra piazza Roncas (ovest), via De Sales (sud), via De Maistre (est) e via abbé Chanoux (nord). Questa zona contava quattro oratori - detti immunités
- posizionati presso ciascun punto cardinale, uno dei quali è ancora visibile all’intersezione tra piazza Roncas, via Forum e via Saint-Joconde.
Inoltre, la “cittadella” poteva essere dotata, forse al pari del borgo di Sant’Orso, di una sorta di cinta;(2)
fin dal 1191 la Carta delle Franchigie di Aosta autorizzava il corpo ecclesiastico a far circondare con un muro sia le chiese, sia le loro case.
L’intero quartiere aveva come fulcro l’attuale via Saint-Joconde che permetteva l’accesso ai numerosi canonicati e alle case destinate al beneficio delle diverse cappellanie. In passato, questa via, era conosciuta con il nome di rue supériere des Prêtres,(3)
mentre quella detta inférieure
oppure dessous des Prêtres
corrispondeva all’attuale direttrice intitolata a San Bernardo d’Aosta. A nord, il quartiere vantava una porta che dava accesso al faubourg Paillet
(attuale via abbé Chanoux). Si trattava della porta detta Poteine
o Porteine, le cui tracce sono ancora oggi visibili.
Fino al 1808, in questo piccolo quartiere si svolgeva l’importante processione delle Immunités, che ogni 24 agosto, giorno dedicato alla Cattedrale di Aosta, faceva tappa presso gli oratori citati.
Nel 2001, dopo aver rintracciato in un documento una serie di notizie inedite sulla zona e una mappa, ho scoperto(4)
che il limite orientale della “cittadella” non si estendeva fino all’antica porta Pertuise (via Xavier de Maistre), ma si fermava quasi 100 metri prima, lungo via Saint-Joconde.
Il confine era indicato da una pietra - Pierre indiquant fin de l’immunité ecclésiastique(5)
- che si trova sul muro di fronte alla sede della Fondazione Istituto Musicale di Aosta. Grazie a quelle indicazioni, dunque, nel 2001 ho cercato e ritrovato la pietra, coperta di terra e sotto l’abbondante fogliame di una pianta rampicante che la nascondeva per diversi metri.
L’ultima non c’è più e nemmeno la pietra originale, che è stata rimossa nel 2007 per essere restaurata e sostituita con una copia che ancora oggi è ben visibile lungo il muro.
Di fronte alla pierre si ergeva una torretta circolare che faceva corpo unico con una casa che fu ricostruita dopo un incendio scoppiato nel 1832;(6)
un angolo arrotondato ricorda ancora il sito dove s’innalzava la torre.(7)
(1) Espressione tratta da R. Amiet e L. Colliard, L’Ordinaire de la Cathédrale d’Aoste
in Monumenta Liturgica Ecclesiæ Augustanæ, vol. IV, p. 39, Archives Historiques Régionales. (2) Ibidem, p. 39. (3) Per la verità questa via, durante il corso dei secoli, ha assunto diverse denominazioni quali Saint-Sauveur, des Prêtres, des Princes, des Centurions
e, infine, Saint-Joconde. (4) All’epoca pubblicai la mia ricerca, intitolata Alla ricerca della pietra delle immunità, su Candide
n. 13, marzo-aprile 2001. (5) Notes historiques sur les rues d’Aoste, Archives du Grand Séminaire d’Aoste, XCIV B 44. (6) Quel tragico evento distrusse anche l’abitazione che poggiava ad ovest, la quale era bariolée et couverte dehors de medaillons. Ibidem. (7) Un approfondimento completo sulla storia del manufatto e sul sito si può rintracciare nel lavoro di D. Vicquéry, R. Dal Tio e S. Pulga, La “pierre des immunités ecclésiastiques”. Redécouverte et récupération d’une pierre-limite, in Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, n. 4, 2008, pp. 237-245.