Il valdostano Gygax e i suoi compagni, temibili briganti in Svizzera
Verso la fine del 1880, una particolare notizia proveniente dalla Svizzera fece sobbalzare più di un valdostano.
Un certo “Gygaz” - così l’aveva battezzato la popolazione locale - e i suoi compagni facevano parlare di loro e delle loro pericolose scorribande sulle montagne del Cantone dei Grigioni.
Gygaz un giorno era arrivato persino ad aggredire il dottor G. Krebs, fabbricante di ectografi. Il Bündner Tagblatt, periodico di Coira, raccontava che il pover’uomo, mentre con la sua famiglia stava attraversando il passo di Strela (2.350 m), fu aggredito: une lutte homérique s’engagea entre eux.
Prima uno, poi l’altro sembravano dover soccombere o prevalere da un momento all’altro. Fortunatamente, ad un certo punto, disperata, la moglie del dottore chiese aiuto ad un pastore che si trovava nelle vicinanze, il quale riuscì a sferrare una coltellata a Gygax qui s’enfuit aussitôt, attendu qu’il n’était que blessé légèrement.(1)
Il valdostano risultava, dunque, diventato molto pericoloso tanto che il giornale svizzero Le bien public
del 10 ottobre 1880 affermava che décidémment la chose devient sérieuse e che Gygax e i suoi, venus d’Italie, attaquent les voyageurs sur les grandes routes. Ciò, al di là di véritables négociations presque diplomatiques
che avevano coinvolto in prima persona lo stesso re d’Italia, aveva costretto gli svizzeri a prendere provvedimenti, poiché un altro membro del gruppo, nella zona tra Arosa e Langwies aveva attaqué un touriste et un mandat d’arrêt a été lancé contre lui.(2)
Il tipo, par sa méchanceté et ses allures agressives, fu bloccato e rinchiuso in attesa che venisse decisa la sua sorte; altri due erano stati catturati e condotti e internati a Coira e Jenatsch.
Un giornale sosteneva che Gygax, che faceva parte dei catturati, “ora si sforza, sembra, di far dimenticare i torti compiuti dimostrandosi più docile e la gente di Coira sembra disposta ad essere indulgente nei suoi confronti”.(3)
Fu così che i valdostani furono tutti liberati...
Dimenticavo una cosa importante...
Si trattava di stambecchi provenienti da Cogne e da Valsavarenche.
Fu Sua Maestà Umberto I di Savoia, che nel 1879 aveva venduto una quindicina di esemplari al Club Alpino dell’Oberland su interesse di tutto il Club Alpin Suisse.(4)
In realtà, fu lo stesso Consiglio Federale elvetico, tramite il ministro Pioda, a relazionarsi con il Regno d’Italia.
Il progetto rientrava nelle mire della legge svizzera sulla caccia, tesa a prevedere delle misure del ripopolamento delle montagne locali di stambecchi che in quel momento erano in via di scomparsa da quelle zone.(5)
Alti e bassi, dunque, avevano segnato l’inserimento di quegli animali, il loro acclimatamento e la riproduzione. Ma questa è un’altra storia...
(1) Le national suisse, 5 ottobre 1880. (2) Le Jura, 12 ottobre 1880. (3) La liberté, 4 novembre 1880. (4) Le Jura, 4 febbraio 1879. (5) Le chroniquer, 18 febbraio 1879.