Come va il Comune? Come l’orologio della piazza...
L'imparziale orologio di Aosta
Stimolati dai progressi dell'orologeria raccontati dai giornali valdostani di metà Ottocento, alcuni sentirono il desiderio di far installare un orologio pubblico anche ad Aosta: infatti, dalle colonne del giornale
L’Impartial
del 12 aprile 1860 si chiedeva al Consiglio Comunale di voler provvedere alla
acquisition d’une grande horloge... e ciò in alternativa a quello impreciso del campanile della Cattedrale; ma nulla si mosse per molto tempo.
Poi qualcuno tornò nuovamente alla... carica. Fu il giornale
Feuille d’Aoste
del 31 ottobre 1877 che, ricordando la richiesta fatta 17 anni prima, informava di una nuova proposta presentata al Consiglio comunale.
"Cosa assurda", protestavano i consiglieri conservatori scagliandosi contro quelli “progressisti”, poiché la somma necessaria all’acquisto -
assez rondelette
- andava a gravare sui già seri debiti del Municipio. Il giornale faceva, infatti, notare che si trattava di una spesa
de luxe
e che esistevano già gli orologi del
Collège
e dei campanili della Cattedrale e di Sant’Orso. Tra i banchi municipali si arrivò allora ad un compromesso: formare un comitato che organizzasse una raccolta di fondi.
I soldi cominciarono ad arrivare e in meno di due mesi furono raccolte ben 360 lire(1), poi tutto andò molto più a rilento. Tanto che nel 1881 in molti si chiedevano che fine avesse fatto la pratica relativa all’orologio pubblico da piazzare sul Municipio. Si venne a conoscenza che l'opera era sì terminata e che doveva essere posizionata entro il mese di aprile di quell’anno, ma che il costruttore - Calzoni di Roma - chiedeva ancora del tempo poiché era interessato a mostrare il pezzo all’Esposizione di Milano: nel caso in cui la città non avesse voluto attendere fino alla fine della mostra, in contropartita egli ne offriva un altro; ma il Municipio decise di aspettare.
Finalmente, nell’estate del 1882 l’orologio fu collocato in cima alla torretta occidentale del palazzo comunale; con un ulteriore ritardo sulla tabella di marcia dovuto al fatto che la municipalità voleva
un
cadran lumineux, ma aveva poi dovuto rinunciare per gli eccessivi costi che tale innovazione imponeva ed anche per quelli che la successiva manutenzione prevedeva.
Mentre il nuovo meccanismo veniva decantato da molti poichè in grado di segnalare l’ora e la mezz’ora, qualcuno si chiedeva se non era giunto il momento di regolare tutti gli altri orologi di Aosta su quello del Comune onde evitare la ridicola anarchia oraria della città; da quel momento, infatti, l'unisono si sarebbe potuto produrre grazie a quell'
excellent guide.(3) Fatto, questo, che a me ricorda molto uno dei film con protagonisti i personaggi di Peppone e di Don Camillo: essi spostavano continuamente le lancette degli orologi pubblici di Brescello (Reggio Emilia) - cioè quello posto sulla Casa del Popolo e quello del campanile - per portarli avanti in una sorta di gara politica su chi fosse "più avanti".
Comunque sia, considerata tutta questa curiosa vicenda, mi permetterò d'ora in poi di chiamare L’impartial
(o imparziale)
l’orologio pubblico di piazza Chanoux; non tanto perché tale nome fu lo stesso del giornale che ne propose l'acquisto nel lontano 1860, ma per l’imparzialità
d’orario a cui all'epoca - e anche dopo - sarebbe stato chiamato; ... e ciò che esso marciasse o meno... considerato che ogni tanto qualche problema lo dava.
Come qualcuno un tempo soleva dire:
Comment va la barque municipale? - A gonfie vele
comme l'horloge de la Place.(4)
(1) L’Echo du Val d’Aoste, 24 dicembre 1877. (2) L’Echo du Val d’Aoste, 17 ottobre 1878. (3) L’Echo du Val d’Aoste, 4 agosto 1882. (4) La Doire Balthée, 4 novembre 1921.