Pesce d’aprile... o no?
Pour un beau poisson d’avril, c’est un beau poisson, dichiarava con ironia un giornale valdostano del 1883.
Il primo aprile, infatti, è un giorno particolare, una data in cui scherzi e ironia sono di casa.
Ma cosa succede quando ciò che sembra uno scherzo in realtà non lo è, e coinvolge addirittura un intero battaglione di alpini?
Nel lontano 1883, ad Aosta, un ordine imprevisto e telegrafico aveva creato scompiglio tra i militari: tre quarti della guarnigione era stata coinvolta in un avvicendamento che prevedeva la partenza entro 5 giorni, per lasciare il posto a una frazione identica di soldati proveniente dalla vicina Ivrea.
Il grande turbamento che ne era derivato aveva colpito tutti, dall’ultimo coscritto al colonnello.
La partenza insensata e repentina, poi, aveva suscitato rincrescimento, sia agli ufficiali e alle loro mogli, sia anche ai soldati e alle loro fidanzate così come ad altri tipi di... amanti che erano in apprensione per quell’avvicendamento: l’inconnu fait toujours peur...
E a Ivrea le cose non erano certo diverse, anzi: nous nous figurons qu’à Ivrée le trois quarts du bataillon destiné à comber tous ces vides, en aura laissé autant, si non plus.
Nonostante, la situazione sembrasse ineluttabile, un secondo telegramma giunse ad Aosta, ancora più imprevisto del primo, a stupire quella parte di guarnigione che aveva sbaraccato e spedito bagagli ed effetti personali alla caserma di Ivrea. Il telegramma mise fine a quell’avvicendamento e ordinò il contrordine degli alpini di Aosta e il dietrofront di quelli di Ivrea che si trovavano già all’altezza di Châtillon.
Un giornalista, manifestando apertamente la propria ironia, sospettava che tutto fosse certamente nato da un quiproquo presso il ministero, dove un impiegato, forse sonnambulo, aveva inviato quegli ordini sognando senza dubbio di essere il ministro della guerra.
Nonostante l’assurdità della situazione, i disagi che tutto quel trasloco aveva provocato et les contribuables qui doivent payer les pots cassés de quatre étapes inutiles
“e che non troveranno di loro gusto tale errore“, fu dato il via senza problemi alle operazioni di rientro.
René Descartes disse: il buon senso è la cosa più equamente distribuita al mondo, poiché ciascuno pensa di averne tanto da non avere bisogno di più.
Mais c’est égal, pour un poisson d’avril, c’est un beau poisson d’avril, concludeva L’Echo du Val d’Aoste
del 9 aprile 1883, così come aveva esordito nel suo articolo che dava quella curiosa notizia.
È possibile che la notizia stessa fosse una bufala?
Potrebbe essere, ma anche Le Patriote
del 6 aprile, si espresse in merito a quegli strani ordini, attribuendoli a un errore amministrativo, anche se poi aggiunse: mais ne faut-il pas convenir qu’ils avaient bien toutes les apparences d’un poisson d’avril?
Aprile, dolce dormire... Aprile, non ti scoprire... Aprile, non abboccare al pesce d’aprile?