Rane e vermi che escono dalle fontane...
Il 26 febbraio 1886 fu una data importante per Aosta: il Consiglio comunale, infatti, deliberò la posa di una condotta in grado di distribuire l’acqua potabile nelle abitazioni.
Era l’inizio di un grande lavoro molto importante, tanto da essere definito dalla stampa locale un grand pas
che avrebbe permesso di portare acqua fresca, limpida e potabile à tous les étages, et d’alimenter un nombre suffisant de bouches à feu
(bocche antincendio, idranti), pour desservir tous les quartiers.(1)
In realtà, l’Amministrazione pubblica ci pensava fin dal 1848 alla posa di tali condutture, ma in quel momento i tempi non erano ancora del tutto maturi.
Secondo il nuovo progetto le fontanelle già presenti in città potevano continuare a restare al loro posto, ciò malgrado molte attirassero più di una critica.(2)
Secondo qualcuno, infatti, ad Aosta le fontane potevano essere divise in tre categorie: quelle che facevano scorrere normalmente l’acqua (la maggioranza), quelle che la distribuivano in maniera talmente esagerata da creare talvolta problemi di allagamento, infine quelle che dispensavano pochissima acqua e che venivano definite fontane-cantanti dato che nel loro sforzo producevano rumori simili a quelli “del grugnito di un maiale poco contento della sorte che lo attendeva o a quelli del borbottìo di un poveretto che chiede l’elemosina recitando il rosario”.
Ma vi erano anche altri problemi... In effetti, a detta del giornale Feuille d’Aoste,(3) molti cittadini raccontavano di aver assistito a fatti curiosi che si erano prodotti alle fontane.
Quali? Eccone alcuni...
Per esempio, nel novembre 1886 una donna, intenta ad attingere acqua presso la fontana collocata nelle vicinanze del priorato di Sant’Orso, vide uscire dal rubinetto - e poi cascare dentro il recipiente che stava riempiendo - una rana...
All’Hospice de charité
l’acqua desiderata, probabilmente presa presso l’attigua fontana del Plot, giunse in sede accompagnata da una “bella” sorpresa: un grosso verme dentro il recipiente.
Il domestico di un avvocato, invece, dopo aver attinto acqua ad una fontana si accorse che di vermi nel suo secchio ve ne erano addirittura una trentina, lunghi e sottili come fili di lana.
Comunque sia e problemi delle fontanelle a parte, la rete dell’acquedotto fu inaugurata il 4 luglio 1886 proprio in occasione del viaggio inaugurale del treno (due locomotive e 28 vagoni) che apriva il nuovo collegamento ferroviario tra le città di Ivrea e di Aosta.
Alle 16, presso la Porta Praetoria, ci fu un momento ufficiale e di festa che fu inteso come inaugurazione delle condutture dell’acqua potabile; per l’occasione - e sempre presso il monumento - fu poi dato libero sfogo ad un getto d’acqua alto due metri, spruzzo che fu lasciato attivo per due mesi.
(4)
Non è chiaro se successivamente il getto d’acqua scomparve totalmente o fu ridotto magari a semplice fontanella; alcune immagini relative agli anni successivi, infatti, testimoniano l’esistenza di una fontana posta quasi all’angolo della Porta Praetoria, proprio dove oggi si svolta per accedere all’area del teatro romano, ma non è chiaro se tale struttura esistesse in loco già da prima.
Comunque sia, essa non ebbe lunga vita considerato il fatto che dal 1° marzo 1931 il Podestà di Aosta decise di sopprimere alcune fontanelle pubbliche tra le quali proprio quella sita in via Umberto I o presso le Porte Pretoriane.(5)
(1) L’Echo du Val d’Aoste, 5 marzo 1886. (2) L’Echo du Val d’Aoste, 30 gennaio 1885. (3) Edizione del 24 novembre 1886. (4) Feuille d’Aoste, 7 luglio 1886. (5) Le Mont-Blanc, 20 febbraio 1931.