Una macchina fotografica di 250 chili in cima alla Becca di Nona
Nel 1866, una notizia affascinante catturò l’attenzione di un giornale.
Un francese, proveniente da Parigi, si apprestava a raggiungere la Valle d’Aosta con un obiettivo che destava curiosità e interesse. Quest’uomo aveva pianificato una straordinaria impresa per l’epoca: comporre una riproduzione fotografica delle maestose Alpi. C’est une occupation sérieuse et sublime, dichiarava un giornale valdostano, suggerendo all’uomo di fare buona scorta di pazienza e di sigari Havana per ingannare il tempo nell’attesa che nebbie e nuvole si dissipassero completamente, permettendogli di osservare e fotografare l’intero circolo di montagne visibili da lassù.(1)
Il signor, Pierre-Joseph-Aimé Civiale (1821-1893) di Parigi,(2)
figlio del celebre dottore Jean,(3)
aveva deciso di dedicare il suo tempo agli studi fotografici delle catene montuose più alte d’Europa. Dotato di un ingegnoso apparecchio di sua invenzione, questo appassionato fotografo aveva la capacità di catturare panorami di dimensioni straordinarie: 38 cm x 27 cm. Il suo doppio obiettivo in alluminio, progettato per essere leggero,(3)
poteva riprendere una vista panoramica a 360° in 14 scatti distinti. Il signor Civiale, che aveva studiato chimica, mineralogia, meteorologia e meccanica presso il Politecnico, applicava le competenze apprese nel campo della fotografia.
Per i suoi negativi, aveva scelto materiali alternativi a quelli più comuni a causa dei problemi di trasporto su terreni accidentati come le Alpi, apportando importanti modifiche ai comuni processi di sviluppo. Anche se aveva lavorato diligentemente per ridurre il peso della sua attrezzatura, il suo carico ammontava comunque a 250 chilogrammi, che venivano trasportati da muli o a spalla da portatori.
Il signor Civiale aveva trascorso molti anni percorrendo le Alpi,(4)
guadagnandosi l’ammirazione dell’Accademia francese delle Scienze che lo aveva incoraggiato a completare il progetto che aveva iniziato con tanto coraggio.
Per ottenere una visione più completa del circo alpino, il signor Civiale aveva deciso di raggiungere la vetta della Becca di Nona, una piramide di 3.142 metri di altitudine sopra Aosta, montagna già nota per le opere panoramiche del canonico valdostano Georges Carrel (1800-1870).
Dopo aver atteso giorni per le migliori condizioni meteorologiche, finalmente alle 7 del mattino del 9 luglio 1866, il suo grande apparecchio era già in funzione sulla cima della montagna. Grazie ad un cielo perfettamente sereno, in meno di cinque ore, Civiale aveva realizzato il suo ambizioso panorama. Tutto ciò che restava da fare era sviluppare le prove, un processo che richiedeva ulteriori 12 ore di duro lavoro.
In questa giornata straordinaria, il fotografo aveva iniziato la sua giornata alle 1 di notte per i preparativi e aveva impiegato 2 ore e 15 minuti per raggiungere la vetta da Comboé dove era ospite del canonico Carrel.(5)
Dopo aver concluso il lavoro fotografico, era tornato allo chalet verso le 14. In conclusione, aveva lavorato per 25 ore consecutive, senza sosta. Sebbene estenuante, l’impresa valeva ogni sforzo.
La publication de ce magnifique panorama servira beaucoup à faire connaître de plus en plus nos magnifiques montagnes. Aussi M. Civiale mérite-t-il toute notre reconnaissance,(6)
concludeva un giornale dell’epoca.
Il suo grande lavoro di “mappatura” durò per decenni,(7)
ma le foto valdostane furono esposte ad Aosta l’anno successivo alla sua salita sulla Becca. Lassù, era riuscito a catturare una serie di immagini che gli permisero di realizzare una striscia circolare del panorama circostante lunga 360 cm e alta 35 cm. Queste e altre immagini furono esposte presso la hall del Municipio, dove all’epoca aveva sede il Club Alpino Italiano di Aosta.(8)
Immagine di copertina: Aosta vista dalla Becca di Nona; foto di Eleonora Serafin.
(1) Feuille d’Aoste, 22 maggio 1866. (2) Allievo dell’Ecole polytechnique
(1841), ufficiale del Genio, è da considerare un pioniere della fotografia di montagna. Nel 1866 fu insignito del titolo di Chevalier de la Légion d’honneur. (3) Jean Civiale (1792-1867), è stato un rinomato chirurgo urologo francese, noto per i suoi contributi all’urologia e per il suo ruolo fondamentale nello sviluppo di questa disciplina in Francia. La sua invenzione più celebre fu la litotrissia vescicale, una tecnica rivoluzionaria per la rimozione di calcoli vescicali. (4) Per esempio, al 1863 risale un album di 69 foto scatate in Vallle d’Aosta e nel Vallese. (5) Il fatto che per molti giorni fu vista sventolare una bandiera rossa e bianca sulla cima della vetta è sicuro indizio della presenza in loco del religioso. Cfr.: https://www.caniggia.eu/chi-c-e-lassu
(6) Feuille d’Aoste, 17 luglio 1866. (7) Nel 1880, Civiale pubblicò a Parigi Voyages photographiques dans les Alpes. Passages faciles des Alpes. Table alphabétique des hauteurs du Dauphiné, de l’Italie, de la Savoie, de la Suisse et du Tyrol. Indications supplémentaires à la carte des Alpes; nel 1882: Carte des Alpes pour servir aux voyages photographiques exécutés sous la direction de A. Civiale d’après ses panoramas photographiques et les cartes des états-majors français, suisse, italien et autrichien [Document cartographique]. (8) Feuille d’Aoste, 19 febbraio 1867.