Cento anni fa il trenino di Cogne
Superate le dure prove imposte dalla Prima guerra mondiale, la ripresa per la miniera di Cogne non sembrò per niente immediata, anzi.
Tra le diverse migliorie da fare, si pensò di realizzare anche una ferrovia mineraria che potesse collegare Cogne con Eaux-Froides (Gressan). In alternativa alla strada carrozzabile, infatti, le rotaie avrebbero velocizzato e reso più sicuro il trasporto del minerale sceso dal sito di Colonna fino poi alle nuove acciaierie di Aosta.
La strada ferrata fu inaugurata il 18 ottobre 1922 e andava a completare tutto ciò che era già in opera almeno dal 1919: ossia alloggiamenti, teleferiche, centrali, laboratori e anche il lavaggio del minerale e la separazione magnetica dello stesso che l’impianto minerario di Cogne poteva vantare. La linea, lunga 11.800 metri,(1)
era allora definita “ardita” tanto che per molto tempo la galleria ferroviaria del Drinc (6.730 m) fu considerata, tra quelle minerarie, la più lunga del mondo.(2)
Dopo secoli di attività, nel 1979 il lavoro alla miniera - e dunque anche il trenino - si fermò e il sito fu progressivamente abbandonato segnando così un serio problema all’economica locale.
Il Comune di Cogne pensò fin da subito quale prospettive mettere in campo per cercare di salvare parte di quelle potenzialità presenti in loco.
La linea ferrata del Drinc, per esempio, una volta adattata poteva diventare utile al trasporto delle persone, quindi anche sfruttata a fini turistici: la storia della ristrutturazione della linea ferrata ha inizio nel 1979, anno di chiusura della miniera di ferro di Cogne. Il progetto era uno dei cardini su cui l’amministrazione comunale di Cogne intendeva agire per conservare in loco una serie di attività produttive in sostituzione a quella estrattiva. I lavori iniziarono nel 1986-1987 con due lotti riguardanti la galleria e la sistemazione del percorso ferrato.
A fine 1989 questi lavori erano praticamente ultimati e sembrava che la realizzazione della struttura fosse cosa fatta. E invece proprio da questo punto nacquero le difficoltà maggiori.
Il primo grande intoppo fu la linea elettrica (15 mila volt) che passava in galleria e serviva Cogne quando quella aerea andava in tilt. Improvvisamente si scopri che, in base alle norme di sicurezza, tale linea non poteva essere lasciata in galleria essendovi prevista quella di trasporto persone.
Successivamente sorsero vari problemi di fornitura di materiale progettuale, spedito soltanto dopo l’interessamento del sindaco di Cogne presso il ministero all’inizio del 1992.
Oggi resta una serie di incertezze e la richiesta di nuovi dettagli da sottoporre all’approvazione del ministero.
In pratica dall’autunno 1989 sono stati pochi i progressi concreti e molti i ritardi burocratici e i progetti. Per ora resta lo scoraggiamento di chi credeva nell’opera e il malumore degli operatori turistici che in vista del collegamento hanno investito parecchie risorse.(3)
Negli anni successivi le cose non progredirono molto. Malgrado le notizie che si rincorrevano le une con le altre sui periodici, e che sembravano dare per prossimo l’avvio della linea ferrata, parallelamente si pensava anche ad una funivia che potesse collegare Cogne con Pila;(4)
progetto ancora oggi rimasto sul tappeto.
Per il trenino, invece e ormai, è stata posta la parola “fine”. Nel 2012, infatti, il Governo valdostano, ritenuta la linea inservibile ai fini del trasporto pubblico, inserì il bene nella lista delle alienazioni.
Nel marzo del 2022 il materiale rotabile, a seguito di un’asta indetta dalla Regione, è stato ceduto per la somma di 31.500 euro: Una volta sistemato il “trenino” dovrebbe finire in un paese dell’est e utilizzato come collegamento interno di una cittadina.
Potrebbe essere il Kazakistan l’ultima o la prima fermata del trenino di Cogne. I prossimi capitoli della storia del milionario investimento valdostano, mai entrato in funzione, saranno scritti da altri.
(...) Il sogno di poter collegare Pila a Cogne era iniziato negli anni Ottanta ed era costato 30 milioni di euro. Come noto, materiale non idoneo e problemi progettuali hanno decretato il collegamento inutilizzabile. La Corte di Conti stabilì su quella vicenda un danno erariale di 6 milioni di euro posti tutti a carico del progettista.(5)
Oggi le rotaie, immerse nelle sterpaglie spettinate che aggrediscono le pieghe delle montagne di Cogne, assomigliano tanto a lunghe lingue disseccate e rosse. Escono da silenziose bocche, le gallerie, ormai gole asciutte e scure...