Con la slitta in chiesa durante la Fiera di Sant’Orso...
Un vecchio modo di dire, utilizzato tra Ottocento e Novecento(1) e che si è perduto nel tempo, è stato quello di definire la celebre Fiera di Sant’Orso di Aosta come foire légendaire de l’argenterie ligneuse(2)
o de l’argenterie de bois.(3)
Niente di strano, dato che in occasione della kermesse
nostrana - che ogni anno, da secoli, si svolge il 30 e il 31 di gennaio - veniva esposta (ma ciò succede anche oggi) l’argenterie de nos montagnes, come teneva a sottolineare un periodico valdostano:(4)
per così dire l’argenteria
di famiglia, dei valdostani.
Una ricchezza rappresentata da mobili, sculture, sabots, piccoli e grandi utensili d’ogni tipo e uso, giocattoli, attrezzi e altro ancora. Un piccolo patrimonio dell’artigianato tipico locale che un tempo veniva esposto al pubblico lungo via Sant’Anselmo, precisamente tra la Porta Pretoria e l’imbocco di via Sant’Orso; qualche volta accadeva, invece, che l’esposizione si fermava molto prima, addirittura al voltino che immette in via Hôtel de la monnaie.(5)
Quale che fosse il perimetro della Millenaria, a detta del giornale Le Mont-Blanc, in mezzo a tutta quell’argenteria risultavano apparire anche degli attrezzi curiosi che in quell’edizione del 1917 avrebbero rimpiazzato les objets d’art
provenienti dalla Valtournenche. Infatti, seguendo la vis polemica di quel periodico, sarebbero stati confezionati per l’occasione dei piccoli
bobsleigs
(sorte di slitte) ad uso di coloro che, come da tradizione, il giorno della Fiera passavano sotto il
Meusset
della Collegiata.
Molti fedeli, da antica data, avevano infatti l’usanza di recarsi nella cripta della chiesa di Sant’Orso dove attraversavano a "ventre piatto" (pancia in giù) il breve e stretto cunicolo posto sotto all’altare dedicato al santo. Lo avrebbero fatto con un rosario tenuto in una mano e nell’altra une chandelle
(...), pour se guérir du mal des reins à la fête du légendaire St-Ours; lo stesso valeva per le donne in cerca di fertilità.
Voilà encore un progrès!, concludeva il periodico(6) anticlericale in cerca di polemica contro una piccola invenzione che - se vera la notizia - avrebbe dovuto facilitare il passaggio dei fedeli che probabilmente si sarebbero appoggiati su di un’asse (forse dotata di rotelline) che permetteva di agevolare il transito... Chissà!
Da tempo, Le Mont-Blanc
aveva preso di mira la tradizionale “processione” del Meusset, tanto da pubblicare tra le sue pagine il testo di una poesia qui met en ridicule une coutume aussi sotte qu’ancienne
e alla quale tradizione avrebbero partecipato - sempre a dire del foglio - solo dei creduloni, ignoranti, bigotti, ecc.
Quindi, dopo una sequela di critiche ingenerose e di accuse al clero valdostano, il giornale concludeva sostenendo di sentirsi in dovere di compiere ogni sforzo per liberare la Valle des sottes superstitions qui l’enchainent et l’abrutissent.(7)
Fiera curiosa quella del 1917...
(1) Cette foire dite de l’”argenterie”, L’Echo du Val d’Aoste, 4 febbraio 1887. (2) Jacques Bonhommes, 30 gennaio 1903. (3) L’Echo de la Vallée d’Aoste, 8 febbraio 1919. (4) Le Mont-Blanc, 12 febbraio 1915. (5) Le même jour 31 janvier dans la matinée avait eu lieu la solennité bien valdôtaine de la Foire de St-Ours, soit l’exposition de la traditionnelle “argenterie de bois” depuis les portes de la Trinité à la rue de Saint-Ours. Hélas cette année l’étalage n’était guère imposant. Ils se bornait presque exclusivement aux abords immédiats de la porte Prétorienne et de la rue de l’Hôtel des Monnaies.
L’Echo de la Vallée d’Aoste, 10 febbraio 1917. (6) Le Mont-Blanc, 26 gennaio 1917. (7) Le Mont-Blanc, 31 gennaio 1908.