I freddi del Gran San Bernardo...
L’implacabile gendarmeria valdostana
In un'altra storia ho raccontato(1) delle vicissitudini di due valdostani che nel 1874 si erano imbattuti in alcuni - diciamo poco zelanti - gendarmi svizzeri di frontiera, che... eccoci incappare nel racconto di un altro incidente simile; il quale, però, vede questa volta nei gendarmi in servizio in Valle d'Aosta una strana ed eccessiva meticolosità professionale.
I fatti furono denunciati da
Le Confédéré du Valais
del 13 dicembre 1863, periodico che segnalava l’accaduto come un atto di
sauvagerie
che non faceva certamente onore alla “polizia piemontese”.
Ecco la cronaca raccolta dagli svizzeri.
Un giovane di Lucerna,
assez misérable
e che tramite il colle del Gran San Bernardo si stava recando a Roma, fu arrestato e improgionato ad Aosta. L’accusa, mossa dai militi allo straniero, risiedeva nel fatto che il giovane non aveva il denaro necessario al pagamento di un pasto che aveva ordinato e consumato in qualche locale cittadino.
L’autorità pubblica -
avec le pain noir et l’eau
réglementaire
(insomma il cosiddetto “pane ed acqua” spettante ad ogni recluso... a durissimo carcere) - accordò al fermato l’autorizzazione a scrivere al suo comune al fine di ottenere denaro per saldare il debito.
La risposta non si fece attendere molto, ma quando giunse ad Aosta essa era priva del necessario e preteso aiuto economico. Da Lucerna furono, dunque, risoluti.
“Fin qui la fredda cronaca”, sembrava affermare il giornale elvetico con un
jusqu’ici il est clair que les torts sont du côté du voyageur.
Quest’ultimo - sosteneva sempre il foglio - non avrebbe dovuto avventurarsi senza i mezzi necessari.
Ma c’era altro. Qualcosa che non andava affatto.
Infatti, da tutta quella vicenda, non si poteva non notare certe maniere inopportune ed esagerate utilizzate dalla polizia.
In effetti, secondo la cronaca si era esagerato. E tanto.
Il giovane era stato trascinato - a piedi e senza pietà - dai
deux gendarmes piémontais
fino a Bourg-Saint-Pierre (Vallese).
Allora non esisteva ancora la comoda strada come oggi(2) e il tragitto, certamente più lungo e impegnativo di quello odierno, si sviluppava lungo un percorso di almeno 55 chilometri.
Tra l’altro, i gendarmi, assieme a quel giovane
que l’on peut appeler leur victime, passarono il colle in pieno dicembre, cioè quando vi era un freddo intenso e una abbondante coltre nevosa che ricopriva tutto.
Il ragazzo,
sans chaussure propre à cette course, en habits délabrés
e indebolito da 15 giorni di carcere, giunse in paese con i piedi congelati. Testimone di tutto ciò, un abbonato al giornale, il medesimo a cui va la cronaca stessa raccontata da
Le Confédéré du Valais: “Abbiamo visto quel giovane uomo in uno stato pietoso e i suoi piedi
plus pitoyables encore, qu’il pourrait bien avoir perdus pour toujours, quanto agli altri uteriori dettagli che sono stati raccontati dal lucernese alla presenza di numerosi testimoni, si può dire che sono molto più circostanziati e approfonditi di quelli qui riportati.”
La stampa valdostana di quelle settimane, non riporta invece alcuna notizia del genere.
(1) Si tratta della storia La “Camorra” ad Aosta nel 1874
rintracciabile in questo blog. Vicenda svoltasi, dunque, 9 anni dopo questa vicenda. (2) La carrozzabile realizzata fino al Colle del Gran San Bernardo dal versante vallesano risale al 1892, da quello valdostano, invece, solo al 1905.