Quando in piena estate fu rubata una fontana del centro di Aosta...
La fontana rubata di via Antica zecca
È capitato anche questo!
Nel 1979 qualche delinquente riuscì a rubare la fontana che si trovava in via Hôtel-des-monnaies ad Aosta.(1)
Era piena estate, era di notte e nessuno si accorse di niente.
Trattasi di furto vero e proprio o, semplicemente di un deplorevole atto vandalico?
si chiedeva la stampa.(2)
Non è dato sapere quali siano le ragioni che hanno indotto i ladri a commettere il furto; si fa l’ipotesi che sia stato commissionato (la vasca potrebbe benissimo adornare il giardino di una villa antica o moderna).(3)Insomma, la vasca in ghisa e a forma di conchiglia, che per alcuni versi richiamava alla mente quella da cui nasce la Venere dipinta dal Botticelli, era sparita - come si suol dire - nel nulla.
Le notizie storiche sull’opera sono scarse, ma come ebbe a dire lo scrittore André Zanotto,
se non si tratta di un’opera d’arte, è certamente un «pezzo antico degno di considerazione»;(4) la testimonianza più antica fino ad oggi rintracciata risale solo al 1865.(5)
Comunque sia, la fontana di via Hôtel-des-monnaies ha sempre rappresentato per la comunità locale un punto di riferimento importante. Ancora nel 1979 i giornali dichiaravano che la scoperta del furto era avvenuta da parte di
alcune donne abitanti nelle vecchie case che adornano la piazzetta nel recarsi, come di consueto, ad attingere acqua per le esigenze domestiche.(6)
Consuetudine, quella, piuttosto comune dato che in passato non tutte le case beneficiavano dell’acqua corrente; gli abitanti della zona, infatti, si servivano proprio della fontana per abbeverarsi. I miei stessi nonni paterni, che dagli anni Trenta del Novecento abitarono per almeno vent’anni nella via (ora piazza) Plouves - via che oggi non è più esistente e che correva parallela al muro romano all’interno della cinta augustea -, usavano quotidianamente l’acqua della fonte per tutti gli usi domestici e così facevano altri cittadini del borgo di Sant’Orso che parimenti dovettero aspettare ancora un po’, prima che le tubature dell’acquedotto raggiungessero anche le loro case.
Curiosi i ricordi di alcuni abitanti del quartierino. Raccontavano del canale di scarico della fontana che correva, coperto, sul lato occidentale della via (ancora oggi si notano i tombini lungo lo stesso percorso) per gettarsi a sud in direzione della Dora; oppure dei giovani che, intorno alla metà del Novecento, si divertivano nei mesi più freddi a far fuoriuscire l’acqua per realizzare tracciati ghiacciati non senza la disapprovazione degli adulti, che ovviavano al problema gettandovi sopra le ceneri di carbone.
La tradizione racconta anche che un tempo i passanti gettavano delle monetine all’interno della vasca per scaramanzia e per ottenere fortuna; il denaro raccolto sarebbe poi stato utilizzato per finanziare piccole opere di interesse comune. A tale proposito, dalla mia infanzia giungono alla mente alcune immagini di qualche monetina effettivamente depositata nella griglia di scolo... ma potrei anche sbagliarmi...
Comunque sia, al posto della fontana rubata fu successivamente realizzata una orribile vasca rettangolare in cemento che resistette diversi anni quando, in attesa di mettere mano ad una complessiva opera di riqualificazione della zona, verso la fine del XX secolo il tutto fu sostituito con una dozzinale fontanella verde; una di quelle che a migliaia si trovano in tanti angoli delle città.
Finalmente, qualche tempo dopo fu posata l’attuale fontana. Si tratta di una copia che in qualche modo cerca di ricalcare il più possibile quella originale.
(1) Per scoprirne la storia dettagliata, che qui viene ripresa in sintesi, cfr. M. Caniggia Nicolotti, L. Poggianti, Lo strano caso della fontana scomparsa ad Aosta, 2012. (2) Il Monitore Valdostano, 7 settembre 1979. (3) Stampasera, 25 agosto 1979. (4) Stampasera, 25 agosto 1979. (5) Feuille d’Aoste, 5 settembre 1865. (6) Stampasera, 25 agosto 1979.