La Grande “H” di Aosta
Verso la metà degli anni Cinquanta dell’Ottocento, si propose la ricostruzione in pietra del Pont-Suaz,
qui se trouve dans un tel état de délabrement, que, malgré les coûteuses et continuelles réparations qu’on y fait, son passage n’est pas sans dangers.
La struttura, allora come oggi, costituiva un’importante arteria stradale che collegava le località dell’Envers con la città di Aosta.
Per alcuni, come riportato dal giornale Feuille d’Aoste
del 21 maggio 1856, questa era l’occasione ideale per costruire un nuovo ponte in una zona diversa da quella attuale.
Si formarono, per così dire, due scuole di pensiero: una proponeva di posizionare il nuovo ponte poco più a ovest di quello esistente, mentre l’altra preferiva una posizione più a est, in linea retta con la Tour du Pailleron.
La seconda proposta avrebbe reso il progetto più costoso, ma avrebbe creato una moderna direttrice viaria che, purtroppo, non fu mai realizzata. Questa avrebbe collegato il Pont-Suaz alla collina di Aosta attraverso una strada diretta, comoda e lineare.
La strada, una volta attraversato il fiume Dora Baltea, oggi avrebbe superato l’acciaieria Cogne, la ferrovia e la stazione ferroviaria, continuando davanti al tribunale e, affacciandosi in piazza Chanoux, proseguendo in linea retta attraverso le attuali vie de Maistre e Père Laurent. Attraversando via Roma, sarebbe giunta ai Cappuccini, poco sotto l’attuale via Gran San Bernardo.
La seconda ipotesi, invece, proponeva un collegamento tra Saint-Etienne e, passando da via Croix de Ville, il castello di Bramafam; il nuovo ponte, collocato frontalmente al monumento, avrebbe scavalcato il fiume in quel punto
Quest’ultimo progetto sarebbe stato più impegnativo rispetto al primo, poiché avrebbe richiesto la demolizione di diversi edifici e strutture per rettificare le vie, a differenza dell’altro progetto, che non coinvolgeva direttamente il centro storico e poteva beneficiare di ampi spazi non del tutto occupati da abitazioni.
In mezzo a queste due vie parallele, che più che alternative tra loro potrebbero considerarsi complementari, sarebbe stata allargata la via davanti al Collège, l’attuale via Festaz, allora piuttosto stretta e irregolare.
Et pourtant il faut l’avouer, il y a là une question qui mérite d’être mûrement étudiée, surtout en présence des nouvelles routes qui vont s’ouvrir et du chemin de fer, qui, dans un avenir peu éloigné, va nous relier avec Ivrée,(1)
concludeva il giornale, senza sapere che la linea ferroviaria sarebbe arrivata solo 30 anni dopo, nel 1886.
In ogni caso, nessuno dei due progetti fu portato a termine, e i lavori del ponte furono eseguiti sul medesimo sito a partire dal 1859: la pose de da première pierre du Pont-Suaz a eu lieu le 1er décembre courant. L’on a scellé à cette occasion trois pièces de monnaie, l’une du Piémont, l’autre de France, et la troisième du Lombard-Vénétien.(2)
L’attuale ponte, successivamente ampliato nel 1982, ancora oggi sfrutta la struttura originariamente realizzata negli anni Sessanta del XIX secolo.
(1) “E tuttavia, bisogna ammettere che è una questione che merita di essere attentamente studiata, specialmente alla luce delle nuove strade che si apriranno e della ferrovia, che, in un futuro non troppo lontano, ci collegherà a Ivrea”, Feuille d’Aoste, 21 maggio 1856. (2) “La posa della prima pietra del Pont-Suaz ha avuto luogo il 1° dicembre scorso. Per l’occasione sono state sigillate tre monete, una del Piemonte, l’altra della Francia e la terza del Lombardo-Veneto”. Feuille d’Aoste, 8 dicembre 1859.