Da una curiosità apparentemente banale, una storiella interessante...
Lo strano caso dei pesciolini al Gran San Bernardo
La domanda sembrava semplice. “Da dove provengono i pesciolini presenti nel lago del Gran San Bernardo?” Nel 1884, se lo chiedeva Emile Favre, parroco di Bovernier (Martigny) e canonico del Gran San Bernardo che - dopo avoir frappé à toutes les portes
- era riuscito a raccogliere quanto bastava per ricostruire una serie di eventi utili alla sua curiosità.
La storia era proprio complessa. Intorno al 1817,(1) nelle acque del piccolo Rodano presso Martigny, fu pescato un
mauvais poisson, forse una tinca o una carpa. Inserito poi nello specchio lacustre del colle, l’animale resse subito bene, ma dal 1818 non fu più visto. Poiché era stato osservato che alcuni pesci congelati dai rigori inverali avevano ripreso vita dopo il disgelo, si pensava che il nuovo pesce avrebbe potuto sopravvivere alle rigidità climatiche dei 2.447 metri di altitudine del lago alpino...
Nel 1820 si tentò un nuovo inserimento: i pesci arrivarono dal vicino bacino svizzero di Champex di Orsières, ma il risultato non fu positivo. Due anni dopo, un contadino valdostano tentò l’innesto con dei pesci catturati da un lago posto nei pressi del Piccolo San Bernardo.
Est-ce sur territoire savoisien ou aostain?
ci si chiedeva. Ossia, tali animali provenivano dal lago valdostano di Verney, oppure da quello savoiardo di Longet, specchi d’acqua ambedue aggrappati al colle ma lungo versanti diversi? Tralasciando la curiosità sulla biodiversità, il relatore assicurava che trattavasi di animali di dimensioni ridotte, cioè lunghi come delle piccole lucertole.
Verso il 1827, invece, giunsero al lago del Grande quattro trote che erano state catturate con la nassa a Cerisey, villaggio di Saint-Rhémy-en-Bosses. L’anno dopo ne fu avvistata, purtroppo, solo una presso lo sbocco del lago, ma presto sparì anch’essa; forse aveva cercato di ridiscendere a valle. Poi l’amara constatazione:
Je crois d’ailleurs qu’il est inutile de tenter de mettre une autre espèce de petits poissons avec de la truite, parce que celle-ci les dévorerait infailliblement.
Si tentò, anche, di introdurre delle rane; ma di queste non si seppe se deposero delle uova, poiché non furono mai visti dei girini. Un anno dopo, o due, furono ancora avvistati degli esemplari isolati
dans le terrain tourbeux au nord du temple de Jupiter.
Insomma, una storia travagliata... Alla fine di tutto, pareva che il pesce sopravissuto a tutto e che nel 1884 sguazzava nel lago del Grande -
et qui est excellent à manger
-, fosse originario di quello giunto dal colle del Piccolo San Benardo nel 1822.
Il canonico Favre concludeva il suo articolo con un
Voilà les renseignements sur les essais faits jusqu’ici, suggerendo altresì di gettare al centro del lago degli scarti di macelleria utili a nutrire i pesci durante l’inverno. J
e serais heureux si ces quelques renseignements pouvaient engager l’un ou l’autre de nos savants à étudier et à déterminer les petits poisson du Grand-Saint-Bernard.Da allora è passato tantissimo tempo. Oggi la specie ittica segnalata è (ancora?) la Sanguinerola (
Phoxinus phoxinus), un pesce essenzialmente carnivoro di piccola taglia.
(1)
Informazioni tratte da
L’Ami du Peuple, 20 gennaio 1884.